Ritorno al torrente


di Roberto Barbaresi

L’apertura della pesca alla trota sancisce il ritorno agli ambienti torrentizi e diventa la prima occasione di confronto con le regine delle acque correnti, ma anche di incontro e competizione con i numerosi altri pescatori che affollano le sponde. Forse è proprio questo mix di fattori, questa specie di “start alieutico” stabilito su di un calendario, che continua ad attribuire all’apertura un fascino particolare attirando pescatori di tutte le generazioni. Naturalmente nessuno vuole sfigurare e per “quella domenica” tutto dovrà essere approntato con cura, a partire dall’attrezzatura, le lenze, le esche e, non ultimo, la scelta del luogo dove immergere la lenza alle prime luci dell’alba. Poi, una volta sul torrente, diventerà indispensabile riprendere subito quei meccanismi che consentiranno di svolgere una efficace azione di pesca, intanto rimane la grande incognita delle condizioni idriche e metereologiche.

LE PROSSIME DATE
Dopo le aperture della pesca alla trota nelle acque correnti di alcune Regioni (ad esempio Sicilia e Basilicata) e le pre-aperture di alcuni tratti di fiumi Trentini, il giorno che sancisce il ritorno al torrente in molti distretti, da nord a sud, è l’ultima domenica di Febbraio, che nell’anno corrente cade il giorno 26. Non mancano le eccezioni di date di apertura spostata in avanti: i posticipi riguardano il Veneto e parte dei fiumi trentini (prima domenica di Marzo) la Calabria (seconda domenica di Marzo) il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna (ultima domenica di marzo). In alcune zone dove l’apertura è fissata per domenica 26 Febbraio i recenti eventi metereologici l’hanno messa in dubbio in quanto le operazioni di ripopolamento e di rinnovo/ripristino della tabellazione lungo i corsi d’acqua risulta difficile, nella sezione dedicata ai commenti al seguente articolo sarà possibile aggiornare la situazione.

L’INCOGNITA DELLE CONDIZIONI IDRICHE
Le intense precipitazioni nevose delle ultime settimane, che in alcune zone dell’Italia peninsulare sono già entrate negli annali della metereologia, suggeriscono due scenari agli estremi tra loro: laddove il freddo manterrà intatto il candido manto si può immaginare un’apertura con acque cristalline e fredde, tra sponde innevate e con temperature prossime allo zero, scenario consueto nei corsi d’acqua in quota, un pò meno nelle zone pedemontane. Al contrario, se le temperature dovessero repentinamente salire, peggio se con piogge diffuse, si prospetta un inizio di stagione con fiumi e torrenti gonfi di acqua torbida e allo stesso tempo fredda per lo scioglimento delle nevi, in alcuni tratti di fondovalle la pesca potrebbe rivelarsi pressochè impossibile consigliando di ripiegare nei tratti superiori e nei piccoli corsi di montagna.

TOCCO E TELEREGOLABILE
La pesca al tocco con canna teleregolabile è molto redditizia in entrambe le situazioni prospettate, ovviamente adottando gli opportuni accorgimenti. Verosimilmente le trote saranno intanate, comunque poco mobili se non addirittura “piantate” sul fondo, difficilmente saranno in caccia e molto più probabilmente rimarranno intanate nei sottoriva o al riparo di qualche masso che spezza il flusso e serviranno precise azioni di ricerca sottocanna mantenendo l’esca il più possibile vicino al fondale. Durante la pesca in acque basse e limpide è importante anche rimanere defilati alla vista delle trote e un corretto posizionamento sulla sponda diventa la prima cosa da curare. Conviene ubicarsi il più possibile appartati utilizzando la completa estensione della canna per raggiungere gli spot individuati, del resto la scarsa vegetazione ripariale consente di spostarsi agevolmente e manovrare il lungo attrezzo senza troppi impedimenti. Questa precauzione risulta meno importante nei tratti profondi e ancor meno in presenza di acqua velata o torbida.

MEGLIO PARTIRE PIU’ PESANTI
Per raggiungere e stimolare all’abbocco trote ferme sul fondo o intanate negli anfratti è meglio utilizzare zavorre più pesanti di quelle ritenute necessarie alla portata idrica del momento, abbinandovi finali di lenza più corti del consueto, nell’ordine di 25-30 centimetri di lunghezza. Questo accorgimento permetterà un’azione di ricerca più precisa, effettuando lente passate in corrente alternate a lunghe soste sul fondo in prossimità di morte, giri d’acqua e presunte tane, dove operare brevi sollevamenti dell’esca. Una lenza munita di pallettone, 8-10 grammi con livelli normali, 20 e più grammi in acque turbolente, ben si presta a questa pesca piuttosto statica e permette di perforare le correnti superficiali raggiungendo rapidamente il fondo. Per contro espone la lenza ad elevati rischi di incaglio, occorre prestare molta attenzione e far affidamento sulla propria sensibilità per evitare che il pallettone, rotolando, non si incastri irrimediabilmente tra i sassi del fondo.

VERMI MA NON SOLO
L’esca che non deve mancare nel primo approccio al torrente è il verme di terra, da procurare in almeno un paio di pezzature, voluminoso e quindi meglio visibile e appetibile in acque abbondanti o torbide, innescato su ami del numero 4, preferibilmente medio-piccolo con livelli bassi e acque chiare, da infilare delicatamente su ami del numero 6-8. A questi vanno affiancate le camole del miele che possono essere più appetite sopratutto dalle trote di recente semina, innescate singole o in coppia su ami del numero 6. Dove permesso, il pesciolino è un appariscente e allettante boccone che può riuscire a scuotere le trote dal torpore invernale, alborelle e vaironi di 5-7 centimetri si innescano abbastanza agevolmente su ami singoli (gli unici consentiti nelle acque pregiate) del numero 2-4 a gambo lungo.

UTILI SOPRALLUOGHI
Chi non abita in “zona trote” e quindi non conosce la situazione dei corsi d’acqua dove intende recarsi il giorno dell’apertura, oppure non ha ancora deciso il luogo preciso, ha un’unica soluzione per fugare gli immancabili dubbi che rimangono nonostante le informazioni ricevute da amici e conoscenti, nonchè dalla rete internet: recarsi sul posto pochi giorni prima. Molto spesso è proprio necessario in quanto occorre procurarsi eventuali permessi e libretti segnacatture, ma un sopralluogo preventivo anche sul torrente consentirà di constatare di persona le condizioni idriche e ambientali, perlustrare i tratti che interessano verificandone gli accessi e, manco a dirlo, di ritrovarsi finalmente nelle vesti di trotaiolo pronto per iniziare una nuova stagione. Buon divertimento.

Pubblicato su www.pescareonline.it Febbraio 2012