La spiralina yo-yo


di Nicola Mussato

Dopo un inizio di stagione caratterizzato da freddo e poca attività, la primavera apre le porte alla bella stagione e poi arriva l’estate, stagione non certo facile a causa della trasparenza delle acque e della diffidenza delle trote dopo qualche mese di trattamento a base di piombi ami ed esche più o meno credibili. Pesco in Piave da sempre e la varietà che questo fiume propone, analizzando le varie circostanze che si possono incontrare nel suo corso mediano, è veramente tanta. Ci si può trovare a pesca su un profondo correntone, oppure su un raschio basso e velocissimo, in mezzo a grossi massi affioranti o su delle calme piane. Ecco che occorre esaminare nell’insieme questi scenari per cercare di ottimizzare la nostra tecnica di pesca.

Come lenza di base prediligo la montatura con una spiralina di filo di piombo che mi permette di affrontare quasi tutte la situazioni che trovo in Piave. La scarsa attitudine ad incagliarsi (e in caso di incaglio la facilità con qui riusciamo a liberare la zavorra) nonché la buona tenuta del fondo e la grande naturalezza di presentazione dell’esca, sono i principali pregi di questa zavorra. Vediamo in dettaglio una lenza standard: nella madre lenza di diametro 0.20 millimetri di colore neutro inseriamo la spirale, leghiamo una girella tripla alla quale applichiamo un terminale che ad inizio stagione, con acque ancora abbondanti e non molto trasparenti, può essere uno 0.18-0.16, infine leghiamo un amo di misura variabile dal numero 5 al numero 12 in funzione delle esche che abbiamo intenzione di utilizzare.

Ma è sul terminale che mi vorrei soffermare di più. Se sopra vi ho descritto una montatura classica a spirale che può essere usata sia sotto canna che in passata naturale, ora voglio presentare una montatura alternativa ancor più polivalente. Alla madre lenza leghiamo la girella tripla e a questa un finale di circa 1,5 metri di diametro dello 0.18 o più sottile fino ad arrivare allo 0.10. La spirale non la inseriamo nella lenza madre ma nel lungo finale, fermata sotto da un pallino di piombo tenero del tre. La montatura così realizzata permette di avere un finale “regolabile” semplicemente spostando il pallino sul filo (questo è il motivo per sceglierlo di piombo tenero) e naturalmente più il terminale sarà sottile più dovrà essere sostituito con frequenza per evitare che invisibili danneggiamenti dovuti allo spostamento del piombo possano indebolirlo. Questa montatura è perfetta quando abbiamo davanti un tratto di fiume dall’alveo molto variabile dove ci servirebbero infinite misure di finali, basterà spostare il pallino di fermo della spirale per avere ogni volta un tratto finale di lenza della lunghezza che meglio si adatta allo spot.

Per quanto riguarda il peso della la zavorra, deve essere rapportato alla profondita dell’acqua e alla forza della corrente. Solitamente si va dai 3 grammi per le buchette vicino ai massi dove l’acqua rallenta fino oltre 10-15 grammi per i correntoni più veloci. Come esca va bene l’intramontabile verme nelle sue tante varietà, in particolar modo i vermetti d’acqua, camole naturali o colorate, pesciolini e larvette di vario tipo (portasassi eccetera). Attenzione a quest’ultime due esche perchè in alcune zone sono oggetto di vari divieti di pesca o raccolta. La canna ideale per questa azione di pesca è una scattante sei metri con azione moderatamente rigida per chi pesca in passata naturale (meglio con un paio di blocchi) oppure una buona otto metri se si vuol pescare anche sotto canna. Certamente se sceglieremo una otto metri robusta e teleregolabile avremo in mano una canna più completa. Per concludere va ricordato che l’intento di un buon trotaiolo è quello di pescare più leggeri e naturali possibile… e questo vale in ogni stagione per le selvatiche. L’estate è la miglior stagione per questa tecnica, si agisce in passata naturale e si lascia che il finale, anche in presenza di poca corrente, vada a sondare il maggior numero di postazioni e tane. Grazie alla stupefacente naturalezza e sensibilità di questa lenza l’abboccata sarà sempre emozionante.


©2009 Nicola Mussato