Alto Chiese a mosca


di Andrea Santarelli

Il fiume Chiese nasce da un ghiacciaio sul Monte Fumo, in Trentino Alto Adige, a circa 3400 metri sul livello del mare. Dopo aver attraversato l’omonima valle e quella di Daone entra in Lombardia gettandosi nel lago di Idro. Alcuni chilometri più a valle raggiunge la pianura padana ed infine, dopo un percorso di circa 160 chilometri, sfocia nell’Oglio nei pressi di Acquanegra sul Chiese in Provincia di Mantova.

Insieme al Sarca, che come il Chiese nasce dal massiccio montuoso compreso nel Parco Naturale Adamello-Brenta, è notevolmente sfruttato per scopi idroelettrici. Solo in Trentino, lungo il suo corso si contano 4 bacini artificiali e tre centrali idroelettriche. I lavori per le prime centrali iniziarono addirittura nel 1950 e stravolsero la valle cambiandone la sua economia. Si conta che negli anni ’50 i cantieri attirarono in zona più di 5000 operai provenienti dalle province limitrofe a cui vanno aggiunti i moltissimi contadini locali che lasciarono il lavoro agricolo per quello in cantiere.

Riguardo la pesca alla trota con le esche artificiali, l’alto Chiese, ovvero il tratto di torrente in provincia di Trento, offre 5 Zone No-Kill dedicate. La più a valle è la Zona 1 e si trova a Condino, quella più a monte, invece, la Zona 3, si trova nei pressi del lago Malga Bissina ed è raggiungibile solo dopo 5 km di camminata. Le Zone 1 e 2 sono riservate a chi pesca a mosca, mentre le Zone 3, 4 e 5 anche per chi pesca a spinning.

Le immagini si riferiscono alla Zona 5, nella Valle di Daone, dove il Chiese è un giovane torrente dal carattere scontroso che si sviluppa in continui e fragorosi salti dovuti ad una pendenza davvero notevole. L’acqua cristallina scorre veloce tra i ciottoli e le pietre che compongono il suo letto e che offrono riparo alle trote presenti. La vegetazione spondale fa il resto, rendendo alcuni tratti del torrente praticamente inaccessibili ai predatori alati.

Il tratto ha inizio qualche chilometro a monte dell’abitato di Daone. Proseguendo verso la Val di Fumo, in località Dastion una stradina asfaltata abbandona la Strada Provinciale e scende verso sinistra. Finita la discesa, quando l’adrenalina dovuta all’attesa è al massimo, delle meravigliose cascate danno il benvenuto al pescatore e rendono il “cambio d’abito” veloce come poche altre volte lo è stato.

Qui il fiume è quasi interamente percorribile in acqua. Solo in alcuni casi è necessario salire sulla sponda, di norma accessibile. Uno di questi è il superamento delle citate cascate per ci si vede costretti a uscire e salire su per la roccia. In alternativa si può tornare in strada e superarle camminando lungo il prato che abbraccia il fiume. Questo tratto è lungo circa 1,6 km ed è caratterizzato, come detto, da una notevole pendenza. La popolazione di trote presenti è composta quasi esclusivamente da Fario. Sporadici sono gli ibridi o le Marmorate. Non ho né visto, né preso temoli e/o salmerini che so invece essere presenti in altri tratti del torrente.

Trattandosi di zona no-kill gestita da un’associazione di pescatori e in cui è obbligatorio pagare un permesso per potervi pescare mi aspettavo trote notevoli sia per numero che per dimensioni. Sono stato invece piacevolmente sorpreso. Non c’è assolutamente sovraffollamento e la popolazione è distribuita nelle diverse classi di età. La dimensione media si aggira intorno ai 20-25 cm, una misura che reputo giusta se confrontata con ciò che il torrente riesce ad offrire ai nostri cari salmonidi. Non mancano nemmeno gli insetti, cibo prezioso per le trote. A dir poco sorprendente è la massiccia presenza di tricotteri, facilmente visibili in acqua e, in stadio adulto, in aria o tra le foglie della vegetazione spondale.

Come si può facilmente immaginare, tutti gli elementi fin qui descritti fanno dell’alto Chiese un itinerario da secca più che da ninfa o da spinning. L’acqua scorre velocemente e in maniera fragorosa, non è il caso di badare al sottile. Il mio consiglio è infatti quello di utilizzare grosse mosche da caccia su amo del 10 o del 12. Parliamo delle classiche Royal Wulff, Adams, March Brown, sedge di ogni tipo, terrestrial ecc. Personalmente ho iniziato con una classica sedge in pelo d’alce e a metà pescata ho montato una Adams parachute.

Riguardo l’attrezzatura si tratta di un classico da torrente. Per la canna non supererei i 7’6’’ di lunghezza, mentre per la coda non andrei oltre una DT3. Per quanto riguarda invece il finale, nonostante si tratta di un torrente, il mio consiglio è di non sottovalutare il Chiese utilizzandone uno troppo corto. Come già detto, si tratta di acque molto veloci, perciò non utilizzerei finali inferiori ai 9 piedi con un tippet tra i 3 e i 4,5.

Le acque sono gestite dall’Associazione Pescatori Dilettanti dell’Alto Chiese. Tutte le info riguardanti periodi di apertura e chiusura, tratti in gestione, costo e reperimento dei permessi sono disponibili al sito internet http://www.associazionepescatorialtochiese.com

©2017 Andrea Santarelli