Alto Sarca in estate


di Marco Gresele

Scegliere il Sarca nel periodo più caldo della stagione poteva risultare un azzardo, in quanto le sue sorgenti sono localizzate in uno dei più importanti ghiacciai d’Italia e perciò le acque sono soggette a sporcarsi a causa del limo glaciale. I dubbi sulle potenzialità estive del meraviglioso fiume che scorre nelle Valli Giudicarie del Trentino sono stati fugati grazie alle dritte fornite tramite e-mail da Giorgio dell’Associazione Pescatori Alto Sarca. E così, con il mio amico e compagno di pescate Andrea, abbiamo optato per la Zona B della concessione dove a detta di Giorgio la torbidità causata dal limo non era così marcata da rendere inefficace l’azione di pesca. Questo tratto, bellissimo e ancora molto naturale, è inserito nella zona geograficamente compresa tra Tione di Trento a risalire fino alla confluenza con il Sarca Val Genova a Pinzolo.

Abbiamo parcheggiato il camper nei pressi di un camping nella frazione di Darè, a monte di Villa Rendena, a due passi dal fiume. Dal ponte il Sarca si è presentato in maniera davvero spettacolare per chi ama la pesca al tocco come noi: fiume a carattere torrentizio con grossi massi, buche e lunghe correntine e con portata non troppo elevata. Provenendo dalla Val Leogra, dove i torrenti sono stupendi ma di dimensioni ridotte, siamo abituati a pescare con teleregolabili di 5 metri di lunghezza e in questa occasione abbiamo scelto di utilizzare come zavorre dei piombi scorrevoli dai 5 agli 8 grammi di peso con finali di 0,18 millimetri di diametro e amo del numero 4 senza ardiglione innescato con un verme di terra. L’acqua leggermente velata ci ha permesso di pescare avvicinandosi agli spots scelti senza spaventare le trote e i risultati sono stati ottimi. Abbiamo pescato dall’alba fino al tardo pomeriggio applicando sempre il catch and release, allamando e salpando Fario autoctone dai colori bellissimi e qualche ibrido di buona taglia che dopo le foto di rito sono state liberate.

La sera abbiamo deciso di fare una ricognizione nella Zona A, localizzata a valle di Tione di Trento. Il fiume pur essendo più limpido non ci ha entusiasmati poiché per un lungo tratto scorre fra alti argini artificiali ed è troppo frequentato dai pescatori. Siamo dunque risaliti a Darè e il mattino successivo seguendo la ciclabile siamo scesi a valle del ponte fino ad una grossa briglia. L’ampia buca sottostante ci ha suggerito l’uso del pesciolino come esca ed Andrea ha catturato un bell’ibrido di Fario con Marmorata. Successivamente però, osservando le catture, ci siamo resi conto di pescare in un tratto recentemente seminato con trote adulte ed abbiamo preferito andare in esplorazione di qualche affluente alla ricerca di trote selvatiche.

Negli affluenti della concessione dell’alto Sarca è possibile pescare soltanto nelle giornate di Mercoledì, Sabato e Domenica, sono in vigore misure minime di cattura diverse dal corso principale e non sono popolati da trote Marmorate ma solo da stupende Fario e Salmerini. Decidiamo di dirigerci in Val Breguzzo e dopo aver passato il rifugio Limes e la presa Enel giungiamo con qualche difficoltà (dovute alle generose dimensioni del camper) fino al parcheggio al termine della strada, trovandoci immersi in un meraviglioso bosco di abeti nel Parco Naturale dell’Adamello Brenta a più di 1350 metri di quota.

L’Arnò è un tipico torrentello di montagna, si presenta largo soltanto 4-5 metri, ricco di vegetazione riparia e ombreggiato dalle fronde degli alberi. L’alveo è ricco di grossi massi e buche con buona corrente vista la ripidità di alcuni punti, ci ha regalato emozioni bellissime date dall’eccezionale limpidezza delle acque che ci permetteva spesso di scorgere l’attacco delle trote all’esca. Torrente non agevole per via della pendenza delle sponde e per la fitta vegetazione. Obbligo di zavorre leggere e finali sottili, pescavamo con soli tre stick da montagna e finale di 0,16 millimetri di diametro, utilizzando sempre il verme di terra. Le Fario che abbiamo pescato e rilasciato non erano di grandi dimensioni ma con livree perfette e colori vivissimi.

Scesi sotto il rifugio Limes per pernottare, in quanto non si può sostare di notte nel parco, la mattina successiva abbiamo affrontato l’Arnò medio. Tratto di torrente con misure minime più alte e aperto alla pesca tutti i giorni tranne il Venerdì come il Sarca. Rispetto la parte alta, più selvaggia, è meno difficoltoso ma ugualmente ricco di trote che ci hanno ulteriormente soddisfatti. Abbiamo trarscorso tre giorni che hanno regalato decine di catture a testa, in un ambiente veramente pulito e naturale come quasi solo il Trentino, per mia esperienza, ti può offrire. Per concludere, il Sarca è un fiume che mi sento di consigliare vivamente, così come uno dei suoi principali affluenti, l’Arnò, sicuramente da provare anche in primavera specialmente i rami Sarca Val di Genova, di Nambrone e di Campiglio che si uniscono nei pressi di Pinzolo, sconsigliati d’estate perché troppo torbidi.

©2011 Marco Gresele