Leogra: il torrente sotto casa


di Marco Gresele

Ho la fortuna di abitare in una vallata solcata da un bel torrente che, pur avendo subito nel tempo importanti azioni antropiche lungo il suo corso, mantiene ancora uno splendido alveo naturale e ricco di zone ancora difficili da raggiungere perciò incontaminate. Vi presento il Leogra che nascendo dal massiccio del Pasubio, montagna sacra della prima Guerra Mondiale, con i suoi affluenti scorre nella valle omonima attraversando principalmente i comuni di Valli del Pasubio, Torrebelvicino e Schio, in provincia di Vicenza. Il tratto di torrente che andrò a descrivervi è quello sotto tutela e regolamentazione del Bacino di Pesca Astico Leogra, ovvero il tratto che parte dalla fonte fino all’abitato di Pievebelvicino. Possiamo distinguere principalmente tre tipologie di alveo nel tratto in questione.

La zona a valle presenta lunghe piane con cascate non naturali, ma ahimè, nel periodo estivo soggetta a secche dovuta sia a prelievo idrico che a fenomeni di carsicità dell’alveo in quanto l’acqua riaffiora più a valle. La zona centrale, compresa fra gli abitati di Torrebelvicino e Valli del Pasubio presenta tratti naturali con grossi massi, correnti e raschi, come pure grandi buche formate da cascate artificiali. Questa zona adibita a pronta cattura, comprende anche un campo gara di recente istituzione, che si sviluppa in più ambienti.

A monte del campo gara dopo un tratto veramente difficoltoso da risalire, specialmente nei periodi di buona portata, caratterizzato da grossi massi in tutta la larghezza del torrente che va via via restringendosi, si arriva ad una serie di briglie che chiudono la zona pronta cattura. Quì troviamo la zona senza ardiglione e il tratto di torrente tipicamente montano che fino alla sorgente incontra i suoi affluenti. Esiste anche una zona No Kill in questo tratto, ma come vi dirò in seguito si tratta più di una zona “ripopolamento” visto il tratto che non si presta ne alla mosca ne allo spinning.

Normalmente pesco al tocco con teleregolabile da otto metri nel Leogra mentre una quattro negli affluenti a volte risulta ingombrante, data la vegetazione riparia. La maggior parte dei pescatori, me compreso, usano il verme da terra nella zona senza ardiglione con ottimi risultati nella qualità del pescato. Non tanto nella misura forse, ma nel colore e nella vivacità delle trote fario autoctone che per regolamento quando di misura legale non possiamo rilasciare.

Nella zona pronta cattura invece ci si diverte molto con lo spinning, tecnica adatta alle caratteristiche del torrente, e posso affermare che la qualità delle Fario rilasciate è notevole e che finalmente sono di taglia e quantità tale da soddisfare molti pescatori. Per la pesca a mosca devo con dispiacere far notare la scarsità di spot adeguati, in quanto i più ampi e pianeggianti vanno sempre in secca nel periodo più indicato. Salvo annate particolari, il periodo migliore per pescare nel “mio“ Leogra è la primavera, mentre negli affluenti è redditizia tutta la stagione, magari dopo che si è esaurita l’acqua del disgelo. Informazioni su normative e permessi nel sito della Concessione Astico e Leogra www.bacinoasticoleaogra.it


©2015 Marco Gresele