Esche per la regina


di Roberto Barbaresi

Le esche naturali da proporre alle regine del torrente sono innumerevoli, praticamente tutti i piccoli animali che vivono in acqua o ai margini di essa diventano il consueto cibo di un pesce carnivoro come la trota ed appaiono potenzialmente utilizzabili dal pescatore. In realtà quelli comunemente impiegati come esca sono solo una parte, devono fornire il giusto compromesso tra efficacia, reperibilità, conservazione, resistenza all’innesco. Proprio per soddisfare queste necessità alcune specie di anellidi, piccoli pesci e insetti allo stadio larvale vengono oggi allevati, manipolati, commercializzati in larga scala, diventando le scelte “standard” del trotaiolo moderno.

I nostri avi invece utilizzavano abitualmente tante esche oggi giudicate alternative. Queste ultime possono essere un vero asso nella manica per insidiare trote stanziali particolarmente scaltre ma spesso si rivelano decisive anche su trote d’immissione, sopratutto nei luoghi sottoposti ad elevata pressione piscatoria. Certamente la loro ricerca richiede tempo ed energie sottratte alla pesca, allo stesso tempo però è un diversivo che diventa ulteriore integrazione tra pescatore ed ecosistema e permette di sviluppare importanti criteri di osservazione. Ecco alcune esche che potremmo procurarci in vista dell’apertura, comodamente acquistabili nei negozi di pesca o reperibili soltanto in natura.

IL VERME DI TERRA
Il verme è indubbiamente l’esca più utilizzata dai pescatori di trote: estremamente catturante, facilmente reperibile in commercio e in natura, conservabile per lunghi periodi. I negozi più forniti ne propongono di diverse pezzature e provenienze, dai comuni lombrichi “nostrani” ai vermi di origine estera allevati in terriccio scuro e fine, più robusti e compatti dei precedenti. In natura è possibile trovarli ovunque ci sia terra umida o letame e farne una bella scorta. Attenzione a quei vermi di grosse dimensioni che si vedono girovagare durante i temporali: si rivelano eccezionali in presenza di acque torbide. L’innesco classico per il torrente si esegue pungendo il verme in prossimità della testa (l’appendice che presenta un anello di diverso colore) facendolo scorrere “a calzetto” lungo la curvatura e il gambo dell’amo che dovrà avere dimensioni adatte a distenderlo correttamente. La paletta e il nodo del terminale, una volta penetrati, fungeranno da “fermo” e la punta dovrà fuoriuscire a circa metà verme lasciando quindi la coda libera di muoversi.

LA CAMOLA DEL MIELE
Alla pari del verme, la camola è un’altra esca molto redditizia e diffusamente utilizzata dai trotaioli. La varietà più commercializzata è quella “del miele” alla quale, sopratutto nella pesca agonistica, vengono preferite altre larve simili ma più consistenti quali la camola della farina e il cosiddetto caimano bianco. La camola del miele viene venduta in comode scatolette conservata tra striscie di cartone o segatura dove riesce a vivere alcune settimane senza particolari cure. Si innesca agevolmente utilizzando ami a filo fine ma occorre una certa delicatezza per non far fuoriuscire il liquido contenuto all’interno, palette generose e legature grossolane potrebbero danneggiarla obbligando a frequenti sostituzioni. L’innesco di camola singola, con un’eventuale altra appena puntata, è indicato per il tocco leggero e la passata con galleggiante. Due o tre camole infilate in sequenza creano invece voluminosi inneschi e un’efficace rotazione particolarmente adatta ad incuriosire le trote di recente semina.

IL PORTASASSI
La larva di Friganea è conosciuta con il nome di portasassi (una varietà è chiamata portalegna) in quanto si costruisce un grazioso guscio di sassolini dal quale spuntano la testa e le robuste zampette che lo tengono ancorato ai sassi del fondo fino alla muta. In certi luoghi queste larve tappezzano letteralmente i fondali diventando cibo principale dei Salmonidi ed il loro utilizzo come esca può rivelarsi risolutivo. A seconda degli ambienti e delle stagioni è possibile procurarsi portasassi fino a 3 centimetri di lunghezza ma generalmente sono di taglia più piccola. Per mantenerli vitali devono essere innescati, compresi di guscio oppure delicatamente sgusciati, appuntandoli in prossimità della coda. Se si desidera ottenere un innesco più voluminoso e/o nascondere completamente l’amo si possono preventivamente infilare uno o due gusci vuoti sul gambo. Il portasassi si rivela insuperabile nei confronti delle trote selvatiche, sopratutto quando vanno insidiate con lenze sottili in presenza di acque cristalline, per contro non fornisce elevata selettività della taglia catture e si deteriora rapidamente.

IL GATOSS
Il cosiddetto gatoss è la larva di Tipula Maxima, l’innocuo zanzarone che tanto ci infastidisce nelle calde serate estive. Abita quei rigagnoli che spesso si notano ai lati del torrente dove si nasconde nella ghiaia cibandosi di muschi e foglie marcescenti. La sua ricerca potrebbe risultare laboriosa ma dove presente è un’esca estremamente catturante e selettiva che merita ancora il credito di un tempo. Raggiunge taglie di 4-5 centimetri, all’apparenza è piuttosto consistente ma in realtà molto delicato. Il corpo è pieno di liquido e non va assolutamente trafitto, pena l’immediato svuotamento e conseguente morte dell’animale. Il gatoss va appuntato sottopelle nella parte inferiore della testa caratterizzata da una piccola cresta. L’amo ideale dovrà essere sottile, con gambo corto e curvatura tonda, rimarrà completamente scoperto ma ciò non deve preoccupare, in questo modo infatti l’esca rimane vitale a lungo producendosi in sinuosi movimenti irresistibili alle trote. Ottima esca per la passata con galleggiante o il tocco leggero in acque poco veloci, eccezionale nei piccoli torrenti abitati esclusivamente da selvatiche.

IL PESCIOLINO
Tutti i pesciolini sono ovviamente cibo prediletto di un predatore come la trota, all’apice della catena alimentare nelle acque fredde e assolutamente dominante nei confronti dei piccoli pinnuti che abitano il torrente come vaironi, sanguinerole, ghiozzi, scazzoni. La pesca con il pesciolino è dunque particolarmente redditizia e selettiva ma occorre prestare attenzione alle normative vigenti che variano di zona in zona fino a bandirlo completamente. Tutti i possibili pesci-esca possono risultare tutelati da divieti o taglie minime di cattura, inoltre alcune leggi atte a contenere la diffusione di specie alloctone proibiscono il trasporto e /o l’innesco di qualsiasi pesce vivo. Dove permesso il pescatore potrà preventivamente pescarli, con la certezza di disporre di un’esca superlativa, oppure ripiegare sui pesciolini conservati in comodi barattoli (generalmente sono alborelle) che forniscono una discreta resa. Per il torrente vanno bene lunghezze di 4 -7 centimetri. Un semplice innesco di pesciolino morto con amo singolo, che dovrà avere dimensioni adeguate e gambo lungo, si esegue introducendolo dalla bocca e sfilandolo attraverso una branchia, di seguito si penetra il corpo facendo fuoriuscire la punta da un fianco o dalla pancia.

Pubblicato su www.pescareonline.it Febbraio 2006