di Roberto Barbaresi
Cari amici trotaioli, l’apertura della stagione trotatorrente si avvicina e riproponiamo un articolo sulla pesca al tocco con il pallettone che potrà tornare utile quando vi troverete ad affrontare fiumi e torrenti con acque alte e turbolente. In bocca alla trota!
Quando nei torrenti si incontrano condizioni estreme, per via della portata idrica o della conformazione dell’alveo, può sembrare pressochè impossibile pescarvi con successo. Certe volte si è portati a saltare alcuni tratti, oppure a rinunciare nei momenti con livelli molto alti, pensando siano per nulla redditizi o semplicemente per pigrizia. Invece, adottando opportuni accorgimenti, si scopre che sono proprio queste difficoltà a regalare le emozioni maggiori. Certamente prima di tutto occorre convinzione e tenacia. Sono situazioni impegnative, sia per muoversi nel torrente che per operare una corretta azione di pesca, ma se le acque non sono troppo torbide si può tentare con fiducia magnificandosi dell’efficacia del “tocco pesante”.
La modalità di pesca che proverò a descrivere, esaltazione di alcuni abituali compagni di avventure, va adottata in quei torrenti montani ad elevato dislivello e abbondante portata che creano roboanti salti d’acqua e violente schiumate nelle buche, nei tratti di fondovalle con acque profonde e impetuose correnti superficiali, ma anche in tutti i corsi ingrossati dalle piogge o da fenomeni di disgelo che consigliano una pesca molto statica, rigorosamente sul fondo. La zavorra utilizzata potrà apparire grossolana, ma in certi frangenti diventa indispensabile per risolvere la pescata permettendo di perforare le correnti e le turbolenze superficiali e raggiungere le postazioni di stazionamento delle trote con la necessaria precisione.
GROSSO PALLETTONE
La lenza pesante e concentrata per eccellenza è quella realizzata con la biglia di piombo forata, più comunemente chiamato pallettone. Se le biglie di 10-15 grammi sono abitualmente utilizzate e adatte per la maggiorparte delle situazioni, in alcuni luoghi servono pesi molto maggiori, nell’ordine di 25 e più grammi, per avere ragione dei flussi superficiali. La realizzazione della lenza è molto semplice ed immediata, la biglia va montata scorrevole su uno spezzone di 40-50 centimetri oppure direttamente sul filo di bobina, con l’accortezza di applicare un gommino con funzione di battente salvanodo sulla girella alla quale sarà applicato il finale. Riguardo la lunghezza di quest’ultimo, si possono valutare due opportunità: di soli 25 centimetri per assicurarsi che l’esca rimanga sempre molto vicino al fondo, da preferire se intuiamo trote molto ferme, oppure 40 e più centimetri per permetterle di svolazzare e attirare l’attenzione delle trote in caccia nei pressi. Un consistente verme di terra di medie dimensioni innescato a calzetto su amo del numero 4 o 6 fornisce la necessaria resistenza agli scuotimenti e alla forte corrente.
La lenza realizzata con un grosso pallettone va impiegata esclusivamente per la pesca “sottocanna” preferendo, se si ha possibilità di scelta, attrezzi piuttosto rigidi in punta, nonché robusti, che si prestano meglio a questa modalità poco raffinata dove possono essere utilizzati monofili di diametro maggiore rispetto a quelli normalmente utilizzati. Il problema principale di alcune canne da torrente, tralasciando la brutta impressione visiva dovuta alla punta sempre molto inarcata, è la perdita della sensibilità necessaria in fase di manovra e una scarsa percezione delle abboccate che può provocare inavvertiti ingoi profondi nonostante una certa proprietà autoferrante della pesante zavorra. Se nei luoghi abitualmente frequentati la pesca al tocco pesante è spesso necessaria, si potrebbe valutare un acquisto mirato, magari facendolo modificare in vetta fino a trovare un comportamento soddisfacente.
Sebbene il pallettone si manovri facilmente, servono alcune attenzioni e astuzie che diventano ancor più importanti in considerazione del notevole peso utilizzato. Innanzitutto va ricordato di non abbandonare mai la lenza sul fondo, pena irrimediabili incagli, sopratutto nei fondali cosparsi da massi e grossi ciottoli. Il pallettone sprofonda molto rapidamente anche nelle forti correnti ma è preferibile individuare un giro d’acqua o una piccola morta, postazioni predilette dalle trote, dove immergerlo con una certa delicatezza ed intraprendere l’azione di ricerca. Si può cominciare dietro un masso che frange il flusso, ai lati della schiuma di un salto d’acqua o proprio a ridosso di un sottoriva dove la corrente spinge meno. Una volta “sentito il fondo” si operano brevi sollevamenti e spostamenti circoscritti, cercando in seguito di dirigerlo anche sotto le schiume e i correntoni dove sovente cacciano le trote. Soltanto nei tratti di fondali costituiti da ghiaia fine questi continui spostamenti attentamente controllati possono essere intervallati da prolungate pause rimanendo appoggiati sul fondo oppure favorendo lenti “rotolamenti” indotti dalla corrente. Naturalmente occorre un po’ di pratica e la perdita di qualche lenza è da mettere in conto, ma la soddisfazione delle prime catture invoglierà ad insistere.
TROTE MUSCOLOSE
Infatti, il combattimento con le selvatiche che abitano certi luoghi caratterizzati da acque turbolente e forte corrente senza soluzione di continuità, anche di soli pochi etti di peso, è sempre avvincente. Sono trote che esibiscono una fitness straordinaria, muscolose e ben pinnate, molto scaltre nel cercare rapide fughe in tana o proiettarsi in favore di corrente e capaci di sfruttare la massa d’acqua che le sovrasta per contrastare la forza che tenta di aggallarle. Nei primi istanti dopo la ferrata oppongono una resistenza sbalorditiva e sembrano sempre più grandi di quello che si rivelano alla vista. Se poi si incontra l’esemplare di taglia, impossibile da salpare dalla scomoda posizione sulla sponda, con la corrente che lo trascina via anche quando sembrava fatta, allora preparatevi a mettere alla prova nervi e attrezzature. Ma credo che questo sia il desiderio di tutti coloro che si stanno preparando per la nuova stagione di pesca alla trota in torrente.
2^ pubblicazione su www.pescareonline.it Febbraio 2016